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NOCERA INFERIORE. Due ore di attesa per subire un intervento all’ospedale “Umberto I”e poi, per la seconda volta, arriva l’annuncio «Tornate a casa. Nessun intervento chirurgico è possibile a causa dello stato di agitazione degli anestesisti». Solo che questa volta, in sala d’aspetto c’era un sostituto procuratore della procura nocerina che aveva accompagnato la madre ed è accaduto il cosiddetto patatrac. Sono, infatti, immediatamente partiti gli accertamenti per verificare cosa fosse accaduto dopo l’ennesimo disagio patito dagli utenti dell’ospedale di Nocera Inferiore.
Tutto inizia ieri mattina alle 8. Una donna di Scafati era stata avvertita mercoledì scorso dall’ospedale che il giorno seguente doveva essere sottoposta ad un intervento per un problema di otorinolaringoiatria.
Per la paziente si tratta di un ritorno, visto che già precedentemente, dopo una lunga attesa, era stato rinviato l’intervento al quale doveva sottoporsi. La donna era accompagnata dal figlio, il sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti (nella foto) . I due hanno atteso regolarmente e discretamente il loro turno, fino alle 10, e visto che non iniziavano gli interventi hanno chiesto cosa stesse accadendo. I sanitari hanno risposto a tutti i pazienti che le “operazioni” dovevano essere rinviate perché c’era uno stato di agitazione degli anestesisti, comunicato lunedì scorso. A questo punto, sempre senza qualificarsi, il magistrato ha disposto l’intervento dei carabinieri. Intervenuti sul posto, i sanitari hanno riferito ai militari che, ieri mattina, ben quattro infermieri addetti alle sale operatorie si erano messi contemporaneamente in malattia e quindi non si poteva procedere con gli interventi programmati ma solo a quelli di emergenza. Poco dopo sul posto è arrivato, visto il clamore che si era creato nel frattempo per la presenza dei carabinieri, un altro pm della procura nocerina che si trovava in ospedale per altre ragioni. A questo punto, il parente della paziente si è qualificato quale magistrato e sono iniziati disposti diversi accertamenti alla direzione sanitaria. Il pm ha disposto ad horas l’invio di un medico della Asl a casa dei quattro infermieri per appurare il loro reale stato di salute. Sono partiti gli accertamenti per stabilire se siano state seguite tutte le procedure in caso di agitazione e se via sia un eventuale nesso tra la malattia degli infermieri e lo stato di agitazione degli anestesisti.
Su alcuni medici anestesisti in servizio a Nocera pende un’indagine da lunghissimo tempo e che non giunge ancora a conclusione. Molti di questi sanitari avrebbero intascato l’Alpi, attività libero professionale, anche per decine di migliaia di euro (in un caso per oltre centomila), in un anno, senza farlo o senza essere autorizzati a farlo o senza che la documentazione relativa fosse in ordine. E mentre la magistratura indaga, l’Asl Salerno ha chiesto indietro i soldi pagati a una ventina di anestesisti. L’agitazione dei medici riguarda, in verità, il pagamento di altra attività straordinaria.
Ora speriamo che questa nuova indagine faccia chiarezza e se qualcuno deve andare a casa ci vada. Comunque, appena avuta notizia che tra i pazienti c’era la madre di un magistrato e questi era lì presente, alcuni camici bianchi si sono precipitati per dare spiegazioni: un epilogo peggiore del disservizio. I pazienti sono tornati tutti a casa e tra queste anche la madre del magistrato e per la seconda volta.
Gianfranco Pecoraro
L’affollamento
lascia spazio ai furbi
NOCERA INFERIORE. L’ospedale di Nocera è una struttura di eccellenza in Campania. Ma i medici e gli infermieri sono sottoposti a uno stress e a un superlavoro incredibile a causa della chiusura dell’ospedale di Scafati e del non buon servizio offerto da quelli vesuviani. Questo superlavoro lascia spazio ai furbi, specie sugli straordinari e l’attività libero professionali. In una sorta di clima di emergenza da superaffollamento non è facile tenere sotto controlla la situazione. E a farne le spese l’utenza e lo stesso personale. A questo si aggiungono una serie di scelte al risparmio volute dall’Asl e dalla Regione.
Da anni, poi, qui come altrove, non si fanno concorsi per primari ma si va avanti con gli incarichi provvisori che durano anche un decennio, e che rendono i medici sottoposti alla macchina politico decisionale del governo della sanità pubblica. Un’indecenza a cui nessun vuole mettere seriamente mano.
Intanto medici e infermieri sono costretti anche a subire violenze fisiche dai pazienti e dai loro familiari, mentre loro colleghi cercano e, molte volte riescono, di fare i furbi.
Tutto nell’attesa dell’esito delle indagini su Alpi e straordinari che si trascina senza soluzione da mesi in procura a Nocera, nonostante i risultati investigativi di ispettorato del lavoro e carabinieri.
Speriamo che la vicenda accaduta al pm Cacciapuoti possa smuovere qualche suo collega.